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venerdì 12 febbraio 2010
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La lunga lettera di un gruppo di aziende, pubblicata da Tempo del 29-1 è, nella buona sostanza, un preoccupato Sos. Le cose vanno male, dicono, e non sappiamo che fare nè a chi rivolgerci. La politica industriale del Governo, soprattutto per le piccole e piccolissime imprese, è assente. A livello locale non c’è neppure un interlocutore col quale discutere della situazione e delle proprie esigenze. C’è un vuoto totale non solo di iniziativa, ma anche di ascolto. Da parte della Camera di Commercio e dei suoi strumenti, che forse potrebbero fare qualcosa di utile –come Promec- ma sono colpevolmente paralizzati da anni. Da parte del Comune che oscilla tra immobilismo e confusione, chiude il Citer, lo riapre , poi lo richiude con spreco di soldi ed energie. Nient’altro. Da parte della Fondazione che, prigioniera delle megalomanie del suo Presidente, (acquisto del terreno in via Mulini, Corte Futura, Campus della moda, Palazzo del volontariato...costituzione di società varie per gestire il nulla) butta via molti soldi e tempo in iniziative discutibili o irrealizzabili. Da parte delle Associazioni che, anche in tempi di emergenza come questi, non sanno uscire dal loro tran tran conformistico e da una attività di mero servizio e non riescono a dare voce, con determinazione, alle difficoltà
espresse dai loro associati. Le imprese in questione fanno parte prevalentemente, a quanto mi risulta, del settore metalmeccanico, un settore di punta per specializzazione e innovazione. Se va in crisi anche questo settore, come sta succedendo, si annunciano tempi davvero bui. I disoccupati (mobilità, cassa integrazione ecc) sono già più di 8000, un numero mai visto. E non è finita. Anche una azienda come la Champion annuncia licenziamenti. L’edilizia è ferma, chissà quando riprenderà e se riprenderà non avrà più il peso del passato. Intanto, grazie alla politica urbanistica sconsiderata di questi anni, ci sono non solo migliaia di alloggi vuoti e invenduti, ma anche centinaia di milioni di euro in essi immobilizzati –come un treno su un binario morto- e sottratti ad altri impieghi, alle aziende che ne hanno bisogno come l’aria. Ma ciò che più impressione- almeno me, “vecchio” amministratore pubblico cresciuto in altri tempi- è la mancanza di reazione adeguata ad una situazione che si va facendo sempre più grave e che può mettere in discussione in modo permanente i nostri standard economici e di qualità della vita. Come se tutto fosse normale, ciascuno continua a fare i fatti propri. Non dico che sia facile capire cosa fare. E molto dipende da ciò che succede in Italia, in Europa, nel mondo. Ma in un’epoca di competizione globale, ce la possono fare i territori che sanno fare sistema, mettono insieme idee e risorse, cercano la stada per uscire dalle difficoltà. Niente di tutto questo. Neppure il tentativo. Abbiamo la peggiore Giunta del dopoguerra nel periodo peggiore dal dopoguerra, che non solo galleggia nell’immobilismo e non ha idee, ma non ha neppure la voglia di cercarle e di confrontarsi. Da quanto tempo a Carpi non si fa una Conferenza economica o qualcosa di simile, almeno per fare il checkup della situazione e fornire un luogo pubblico di confronto? Dentro a questa specie di palude in cui viviamo, l’unica cosa da fare –mi rivolgo agli imprenditori- è uscire direttamente allo scoperto, auto-organizzarsi, far sentire la propria voce. Direttamente. In prima persona. C’è un gruppo politico-amministrativo fuori dagli schemi (Alleanza per Carpi) che ha sue idee e proposte, che, nei limiti delle proprie forze, è disponibile ad ascoltarvi e impegnarsi insieme a voi.
Werther Cigarini, Alleanza per Carpi
(Fonte: Tempo del 12 febbraio 2010)
espresse dai loro associati. Le imprese in questione fanno parte prevalentemente, a quanto mi risulta, del settore metalmeccanico, un settore di punta per specializzazione e innovazione. Se va in crisi anche questo settore, come sta succedendo, si annunciano tempi davvero bui. I disoccupati (mobilità, cassa integrazione ecc) sono già più di 8000, un numero mai visto. E non è finita. Anche una azienda come la Champion annuncia licenziamenti. L’edilizia è ferma, chissà quando riprenderà e se riprenderà non avrà più il peso del passato. Intanto, grazie alla politica urbanistica sconsiderata di questi anni, ci sono non solo migliaia di alloggi vuoti e invenduti, ma anche centinaia di milioni di euro in essi immobilizzati –come un treno su un binario morto- e sottratti ad altri impieghi, alle aziende che ne hanno bisogno come l’aria. Ma ciò che più impressione- almeno me, “vecchio” amministratore pubblico cresciuto in altri tempi- è la mancanza di reazione adeguata ad una situazione che si va facendo sempre più grave e che può mettere in discussione in modo permanente i nostri standard economici e di qualità della vita. Come se tutto fosse normale, ciascuno continua a fare i fatti propri. Non dico che sia facile capire cosa fare. E molto dipende da ciò che succede in Italia, in Europa, nel mondo. Ma in un’epoca di competizione globale, ce la possono fare i territori che sanno fare sistema, mettono insieme idee e risorse, cercano la stada per uscire dalle difficoltà. Niente di tutto questo. Neppure il tentativo. Abbiamo la peggiore Giunta del dopoguerra nel periodo peggiore dal dopoguerra, che non solo galleggia nell’immobilismo e non ha idee, ma non ha neppure la voglia di cercarle e di confrontarsi. Da quanto tempo a Carpi non si fa una Conferenza economica o qualcosa di simile, almeno per fare il checkup della situazione e fornire un luogo pubblico di confronto? Dentro a questa specie di palude in cui viviamo, l’unica cosa da fare –mi rivolgo agli imprenditori- è uscire direttamente allo scoperto, auto-organizzarsi, far sentire la propria voce. Direttamente. In prima persona. C’è un gruppo politico-amministrativo fuori dagli schemi (Alleanza per Carpi) che ha sue idee e proposte, che, nei limiti delle proprie forze, è disponibile ad ascoltarvi e impegnarsi insieme a voi.
Werther Cigarini, Alleanza per Carpi
(Fonte: Tempo del 12 febbraio 2010)
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1 commenti:
Caro Cigarini, una lettera in molte parti condivisibile, una analisi forse un po' troppo aggressiva sul governo nazionale e locale, che credo facciano quello che possano, ma oltre a dirci che ApC ascolterà volentieri gli imprenditori, non ho letto 1 che sia 1 proposta, una soluzione, una idea, ho letto solo accuse verso altri.
Cordialmente
Valerio
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