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martedì 8 giugno 2010
10:27 |
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I numeri esaltano la crescita dell’ente. Ma il futuro preoccupa
E’ un raggiante Gian Fedele Ferrari a presentare il consuntivo 2009 della Fondazion e Cassa di Risparmio Carpi.
Lo stato dell’umore del presidente del resto riflette lo stato delle finanze dell’ente che ha raggiunto i 13 milioni di euro di avanzo.
E non è tutto: sono tanti, infatti, i punti positivi dell’esercizio dello scorso anno, illustrato a Palazzo Brusati-Bonasi a Carpi.
Ovviamente, però, non tutto è ‘rosa e fiori’ nel bilancio 2009, e anche per il futuro lo stesso Ferrari ha espresso una seria preoccupzione.
Ma procediamo con ordine.
E’ un 2009 di ripresa quello che emerge dai dati.
L’avanzo d’esercizio è di oltre 13 milioni di euro, a fronte della cifra esigua dell’anno precedente (34.487 euro).
Nel 2008 pesarono tantissimo sul rendiconto le svalutazioni degli strumenti finanziari, che determinarono una perdita di 11 milioni di euro; l’anno scorso, invece, la Fondazione Crc ha recuperato, ricavandone quasi un milione e mezzo.
Anche sul piano delle plusvalenze c’è un balzo in avanti, con 4 milioni e 480 mila contro i 268.947 dell’anno precedente.
Numeri che confermano la buona annata della Fondazione Crc, esaltata tra l’altro anche dal Sole24ore che ha eletto questo bilancio (insieme a quello di Torino), il migliore tra le Fondazioni di origine bancaria.
Alcune criticità vanno in ogni caso messe in luce, e riguardano principalmente i dividendi, che scendono a 4 milioni di euro, oltre 2 milioni in meno rispetto al precedente esercizio.
Anche le erogazioni sono diminuite, 6 milioni e 700 mila contro i 7 milioni e 400 dell’anno precedente.
Per quanto riguarda l’attività istituzionale dunque, le richieste di contributo prese in carico sono state 81, alle quali si aggiungono i 20 progetti realizzati in proprio dalla Fondazione, per un totale complessivo di 118 iniziative.
Continuando il raffronto con l’esercizio 2008 è evidente anche il calante peso delle azioni nella gestione finanziaria: se nel 2008 rappresentava un 39,14% del bilancio, nel 2009 la percentuale scende al 31,20.
Di conseguenza cresce la liquidità, che l’anno scorso ha inciso per il 14,71% mentre l’anno precedente si fermava al 4,84%.
E’ evidente la volontà di non rischiare troppo nella giungla instabile dei mercati finanziari: una politica che nel 2009 ha garantito un rendimento netto del 4,62%, ragguardevole ma, ad esempio, nettamente inferiore agli indici di Piazza Affari (ad esempio l’Ftse Italia All-share che ha fatto segnare un + 22%.
«Questi dati confermano la solidità dell’ente - ha fatto notare il presidente Ferrari -.
Il totale delle attività patrimoniali è salito a 348.765.116 euro, e il patrimonio netto si attesta a 312.668.022 euro, incrementato di oltre 4 milioni e mezzo rispetto al 2008.
I Fondi accantonati per la futura attività di erogazione risultano complessivamente di oltre 23 milioni e sono un’ottima garanzia».
E già, perché per in futuro ci sarà bisogno, eccome, di tranquillità.
Ferrari, infatti, dichiara: «Abbiamo fatto diverse simulazioni di investimenti, nessuna è risultato conveniente.
Per il 2010 prevedo un utile di 5 milioni di euro: non avremo fatto miracoli, ma neanche disastri».
Ulteriore elemento probativo della contrazione nella speculazione finanziaria è la notizia della soppressione del Comitato finanze all’interno del Consiglio di indirizzo.
Daniele Franda
Il Campus verso il ‘commissariamento’
Gian Fedele Ferrari torna a parlare del Campus e attacca subito il distretto della moda.
A margine della conferenza di presentazione dei dati relativi al bilancio 2009, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Carpi esce allo scoperto sul tema della società controllata che si occupa di alta formazione professionale.
E annuncia: «Il segretario della Fondazione, Enrico Bonasi avrà una delega all’interno del cda del Campus della Moda».
Si profila dunque una sorta di commissariamento per l’ente nato da in’idea dello stesso Ferrari e, ora, dopo il mancato interesse dimostrato dalle imprese del settore che avrebbero ‘dovuto’ partecipare attivamente e non lo hanno fatto, è divenuto troppo ingombrante.
Il presidente (che, ricordiamo, è uscito tempo fa dal cda del Campus insieme a Stefano Zanoli) aveva definito l’ente un «Polimoda di serie D» e aveva ‘scaricato’ di fatto il direttore (anche questo scelto da lui medesimo) Philip Taylor.
Il rapporto tra i due, idilliaco in fase di progettazione, si era incrinato già dalle primissime fasi di vita: durante l’inaugurazione Ferrari aveva definito il Campus un sogno da cui svegliarsi.
«I cda erano consapevoli che non sarebbe stata una passeggiata.
Il nostro pensiero quando lo istituimmo fu quello di destinare per la prima volta un milione e mezzo all’economia, il vero settore trainante di Carpi.
Ma le spese sono diventate insostenibili.
Anche lo stesso budget 2010 presentato dal consiglio del Campus è eccessivamente alto: ho imposto una riduzione di 250mila euro, per altro già recepita e accolta dallo stesso cda - ha dichiarato Ferrari -.
In ogni caso ci tengo a precisare che i consiglieri del Campus non prendono né gettoni né compensi.
E’ vero, abbiamo speso tanti soldi, ma non sono stati buttati.
E adesso non possiamo in ogni caso tornare indietro».
E allora si aprono le porte per le scommesse sul futuro del centro: la tanto attesa e decantata (dal sindaco Campedelli in sede di previsione di bilancio) fusione con Carpiformazione con ogni probabilità non ci sarà.
Lo dice lo stesso Ferrari, che la definisce «un’ipotesi di difficile attuazione».
«Affiancheremo Bonasi al consiglio di amministrazione del Campus, nella speranza che, controllandolo da vicino, possa recuperare la strada smarrita» ha concluso Ferrari.
(da.fra.)
(fonte: ModenaQui)
E’ un raggiante Gian Fedele Ferrari a presentare il consuntivo 2009 della Fondazion e Cassa di Risparmio Carpi.
Lo stato dell’umore del presidente del resto riflette lo stato delle finanze dell’ente che ha raggiunto i 13 milioni di euro di avanzo.
E non è tutto: sono tanti, infatti, i punti positivi dell’esercizio dello scorso anno, illustrato a Palazzo Brusati-Bonasi a Carpi.
Ovviamente, però, non tutto è ‘rosa e fiori’ nel bilancio 2009, e anche per il futuro lo stesso Ferrari ha espresso una seria preoccupzione.
Ma procediamo con ordine.
E’ un 2009 di ripresa quello che emerge dai dati.
L’avanzo d’esercizio è di oltre 13 milioni di euro, a fronte della cifra esigua dell’anno precedente (34.487 euro).
Nel 2008 pesarono tantissimo sul rendiconto le svalutazioni degli strumenti finanziari, che determinarono una perdita di 11 milioni di euro; l’anno scorso, invece, la Fondazione Crc ha recuperato, ricavandone quasi un milione e mezzo.
Anche sul piano delle plusvalenze c’è un balzo in avanti, con 4 milioni e 480 mila contro i 268.947 dell’anno precedente.
Numeri che confermano la buona annata della Fondazione Crc, esaltata tra l’altro anche dal Sole24ore che ha eletto questo bilancio (insieme a quello di Torino), il migliore tra le Fondazioni di origine bancaria.
Alcune criticità vanno in ogni caso messe in luce, e riguardano principalmente i dividendi, che scendono a 4 milioni di euro, oltre 2 milioni in meno rispetto al precedente esercizio.
Anche le erogazioni sono diminuite, 6 milioni e 700 mila contro i 7 milioni e 400 dell’anno precedente.
Per quanto riguarda l’attività istituzionale dunque, le richieste di contributo prese in carico sono state 81, alle quali si aggiungono i 20 progetti realizzati in proprio dalla Fondazione, per un totale complessivo di 118 iniziative.
Continuando il raffronto con l’esercizio 2008 è evidente anche il calante peso delle azioni nella gestione finanziaria: se nel 2008 rappresentava un 39,14% del bilancio, nel 2009 la percentuale scende al 31,20.
Di conseguenza cresce la liquidità, che l’anno scorso ha inciso per il 14,71% mentre l’anno precedente si fermava al 4,84%.
E’ evidente la volontà di non rischiare troppo nella giungla instabile dei mercati finanziari: una politica che nel 2009 ha garantito un rendimento netto del 4,62%, ragguardevole ma, ad esempio, nettamente inferiore agli indici di Piazza Affari (ad esempio l’Ftse Italia All-share che ha fatto segnare un + 22%.
«Questi dati confermano la solidità dell’ente - ha fatto notare il presidente Ferrari -.
Il totale delle attività patrimoniali è salito a 348.765.116 euro, e il patrimonio netto si attesta a 312.668.022 euro, incrementato di oltre 4 milioni e mezzo rispetto al 2008.
I Fondi accantonati per la futura attività di erogazione risultano complessivamente di oltre 23 milioni e sono un’ottima garanzia».
E già, perché per in futuro ci sarà bisogno, eccome, di tranquillità.
Ferrari, infatti, dichiara: «Abbiamo fatto diverse simulazioni di investimenti, nessuna è risultato conveniente.
Per il 2010 prevedo un utile di 5 milioni di euro: non avremo fatto miracoli, ma neanche disastri».
Ulteriore elemento probativo della contrazione nella speculazione finanziaria è la notizia della soppressione del Comitato finanze all’interno del Consiglio di indirizzo.
Daniele Franda
Il Campus verso il ‘commissariamento’
Ferrari vuole riprenderne il controllo
«Le aziende di moda non ci hanno seguito, probabilmente volevano degli ordini, ma noi non facciamo quel tipo di attività».Gian Fedele Ferrari torna a parlare del Campus e attacca subito il distretto della moda.
A margine della conferenza di presentazione dei dati relativi al bilancio 2009, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Carpi esce allo scoperto sul tema della società controllata che si occupa di alta formazione professionale.
E annuncia: «Il segretario della Fondazione, Enrico Bonasi avrà una delega all’interno del cda del Campus della Moda».
Si profila dunque una sorta di commissariamento per l’ente nato da in’idea dello stesso Ferrari e, ora, dopo il mancato interesse dimostrato dalle imprese del settore che avrebbero ‘dovuto’ partecipare attivamente e non lo hanno fatto, è divenuto troppo ingombrante.
Il presidente (che, ricordiamo, è uscito tempo fa dal cda del Campus insieme a Stefano Zanoli) aveva definito l’ente un «Polimoda di serie D» e aveva ‘scaricato’ di fatto il direttore (anche questo scelto da lui medesimo) Philip Taylor.
Il rapporto tra i due, idilliaco in fase di progettazione, si era incrinato già dalle primissime fasi di vita: durante l’inaugurazione Ferrari aveva definito il Campus un sogno da cui svegliarsi.
«I cda erano consapevoli che non sarebbe stata una passeggiata.
Il nostro pensiero quando lo istituimmo fu quello di destinare per la prima volta un milione e mezzo all’economia, il vero settore trainante di Carpi.
Ma le spese sono diventate insostenibili.
Anche lo stesso budget 2010 presentato dal consiglio del Campus è eccessivamente alto: ho imposto una riduzione di 250mila euro, per altro già recepita e accolta dallo stesso cda - ha dichiarato Ferrari -.
In ogni caso ci tengo a precisare che i consiglieri del Campus non prendono né gettoni né compensi.
E’ vero, abbiamo speso tanti soldi, ma non sono stati buttati.
E adesso non possiamo in ogni caso tornare indietro».
E allora si aprono le porte per le scommesse sul futuro del centro: la tanto attesa e decantata (dal sindaco Campedelli in sede di previsione di bilancio) fusione con Carpiformazione con ogni probabilità non ci sarà.
Lo dice lo stesso Ferrari, che la definisce «un’ipotesi di difficile attuazione».
«Affiancheremo Bonasi al consiglio di amministrazione del Campus, nella speranza che, controllandolo da vicino, possa recuperare la strada smarrita» ha concluso Ferrari.
(da.fra.)
(fonte: ModenaQui)
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