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mercoledì 30 giugno 2010
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Altra spesa del Comune, stavolta per l’intero archivio del Citer
500mila euro per allestire un museo sulla moda carpigiana.
E’ il famoso e ormai desueto ‘Labirinto della Moda’, un progetto museale che prese il via anni orsono allo scopo di raggruppare e valorizzare il materiale iconografico e letteriario inerente al settore tessile in possesso del Citer.
Con questa decisione, Carpi si conferma città dalla vocazione culturale molto forte, anche oggi, anche in situazioni contingenti di grande difficoltà per le casse comunali, nonostante i proclami di tagli alle spese non strettamente essenziali.
Certo, bisogna dire che del totale da sborsare per mettere in piede il museo, 400mila euro sono finanziamenti regionali, provenienti dal Documento unico di programmazione (Dup), a cui fa capo un protocollo di intesa per l’integrazione delle politiche territoriali.
Ma la scelta di candidare il progetto ‘Labirinto della Moda’ per poter usufruire di questi finanziamenti, è sicuramente politica.
La candidatura ha incontrato l’interesse della commissione del Dup chiamata a decidere, visto che in questi giorni il Comune di Carpi ha approvato il progetto definitivo.
Il vasto archivio Citer è composto da tessuti (40.000 pezzi), punti (25.000 punti maglia provenienti da maglifici e filature), accessori (oltre 2000 pezzi), diapositive e fotografie (oltre 250.000 immagini di sfilate pret à porter e alta moda), raccolta riviste (30.000 fascicoli dagli anni 30 ad oggi), raccolta moda di Istituti di previsione internazionali (1600 volumi), archivio schizzi (oltre 30000 pezzi), biblioteca specialistica (2000 volumi).
Due anni fa furono acquisite dal Comune di Carpi 20.395 punti valutati 70mila euro, e 30.215 tessuti del valore di 30mila euro, per un esborso totale di 100mila euro per le casse del Comune.
Oggi, i soldi della Regione (e altri 100mila euro di Palazzo Scacchetti) permetteranno di acquistare tutto il resto.
Ma dove sarà collocato questo materiale? Un allestimento sulla moda potrebbe trovare giusto spazio nei locali di Carpiformazione; ma quest’ipotesi andrebbe a scapito di una fruibilità più larga.
Allora si fa strada la possibilità dei Musei Civici, che già oggi ospitano una serie di abiti firmati Blumarine.
E’ comunque uno strano rapporto quello che il Comune ha con le collezioni tematiche: solo qualche mese fa il Museo contadino fu lasciato andare, così come la collezione Severi.
Il ‘Labirinto della Moda’ non farà la stessa fine: rimane da vedere quale utilità avrà per gli attori del settore e per la cittadinanza intera.
Daniele Franda
Nel 2008 il dirigente del settore Andrea Scappi firmò la delibera comunale di acquisto di parte dell’archivio Citer, l’ente di formazione partecipato anche dallo stesso Comune di Carpi, per 100mila euro.
Se già su questo punto venne criticata l’opportunità di spendere una cifra così importante per un materiale che in parte era già in possesso del Comune, fece sicuramente più discutere il fatto che il coordinatore del Citer era lo stesso Scappi.
Tra quelli che misero in evidenza la particolarità della situazione, ci fu il consigliere Luca Ghelfi, che presentò un’interrogazione in cui chiese «se le funzioni di venditore ed acquirente (per conto di due enti differenti), concentratesi nella persona di Andrea Scappi, non risultino in conflitto tra loro».
(fonte: ModenaQui)
500mila euro per allestire un museo sulla moda carpigiana.
E’ il famoso e ormai desueto ‘Labirinto della Moda’, un progetto museale che prese il via anni orsono allo scopo di raggruppare e valorizzare il materiale iconografico e letteriario inerente al settore tessile in possesso del Citer.
Con questa decisione, Carpi si conferma città dalla vocazione culturale molto forte, anche oggi, anche in situazioni contingenti di grande difficoltà per le casse comunali, nonostante i proclami di tagli alle spese non strettamente essenziali.
Certo, bisogna dire che del totale da sborsare per mettere in piede il museo, 400mila euro sono finanziamenti regionali, provenienti dal Documento unico di programmazione (Dup), a cui fa capo un protocollo di intesa per l’integrazione delle politiche territoriali.
Ma la scelta di candidare il progetto ‘Labirinto della Moda’ per poter usufruire di questi finanziamenti, è sicuramente politica.
La candidatura ha incontrato l’interesse della commissione del Dup chiamata a decidere, visto che in questi giorni il Comune di Carpi ha approvato il progetto definitivo.
Il vasto archivio Citer è composto da tessuti (40.000 pezzi), punti (25.000 punti maglia provenienti da maglifici e filature), accessori (oltre 2000 pezzi), diapositive e fotografie (oltre 250.000 immagini di sfilate pret à porter e alta moda), raccolta riviste (30.000 fascicoli dagli anni 30 ad oggi), raccolta moda di Istituti di previsione internazionali (1600 volumi), archivio schizzi (oltre 30000 pezzi), biblioteca specialistica (2000 volumi).
Due anni fa furono acquisite dal Comune di Carpi 20.395 punti valutati 70mila euro, e 30.215 tessuti del valore di 30mila euro, per un esborso totale di 100mila euro per le casse del Comune.
Oggi, i soldi della Regione (e altri 100mila euro di Palazzo Scacchetti) permetteranno di acquistare tutto il resto.
Ma dove sarà collocato questo materiale? Un allestimento sulla moda potrebbe trovare giusto spazio nei locali di Carpiformazione; ma quest’ipotesi andrebbe a scapito di una fruibilità più larga.
Allora si fa strada la possibilità dei Musei Civici, che già oggi ospitano una serie di abiti firmati Blumarine.
E’ comunque uno strano rapporto quello che il Comune ha con le collezioni tematiche: solo qualche mese fa il Museo contadino fu lasciato andare, così come la collezione Severi.
Il ‘Labirinto della Moda’ non farà la stessa fine: rimane da vedere quale utilità avrà per gli attori del settore e per la cittadinanza intera.
Daniele Franda
Nel 2008 altri 100mila euro
per una parte del materiale
I finanziamenti della Regione hanno sbloccato la vicenda ‘Labirinto della Moda’, un progetto che è sui tavoli comunali da anni.per una parte del materiale
Nel 2008 il dirigente del settore Andrea Scappi firmò la delibera comunale di acquisto di parte dell’archivio Citer, l’ente di formazione partecipato anche dallo stesso Comune di Carpi, per 100mila euro.
Se già su questo punto venne criticata l’opportunità di spendere una cifra così importante per un materiale che in parte era già in possesso del Comune, fece sicuramente più discutere il fatto che il coordinatore del Citer era lo stesso Scappi.
Tra quelli che misero in evidenza la particolarità della situazione, ci fu il consigliere Luca Ghelfi, che presentò un’interrogazione in cui chiese «se le funzioni di venditore ed acquirente (per conto di due enti differenti), concentratesi nella persona di Andrea Scappi, non risultino in conflitto tra loro».
(fonte: ModenaQui)
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