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giovedì 8 luglio 2010
10:26 |
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Nel dopo-Borsari stop ai tavoli e svuotamento delle deleghe
L’assessorato alla sicurezza non c’è più.
Non da oggi, nè da ieri, ma dallo scorso 20 maggio, da quando Lorena Borsari si è dimessa dalla giunta: ne fece seguito un memorabile rimpasto, in cui non solo sparì una poltrona da assessore, che sono diventati 7 anziché 8, ma anche una delega, quella alla sicurezza appunto.
Risveglio tardivo, penserà qualcuno.
Non proprio, visto che proprio in questi ultimissimi tempi si sta vedendo l’effetto di tale decisione.
La dolorosa vicenda di via Ginzburg di due giorni fa, con lo sgombero di una famiglia che aveva occupato abusivamente una palazzina popolare, ha di nuovo fatto suonare il campanello d’allarme sulla sicurezza a Carpi.
Il sindaco Campedelli, nel riassegnare le deleghe, ha smembrato quella specifica detenuta dalla Borsari, affidando a Carmelo D’Addese la Polizia locale e quella mortuaria, più la protezione civile.
Ma non si può dire che il lavoro e le competenze siano uguali: dove sono finiti i tavoli sulla sicurezza che venivano puntualmente organizzati prima del rimpasto, e che davano potere decisionale e di controllo su aree sensibili? Gli stessi tavoli che avevano permesso di fare scelte (condivise e apprezzate anche dalle opposizioni, o comunque da una certa parte di queste, che oggi non ha forse ancora colto la gravità della scomparsa della delega), scelte forti, come quelle sui condomini di via Unione Sovietica, o sulle utenze del campo nomadi di via Nuova Ponente.
E ancora il progetto di riqualificazione dell’area della stazione dei treni (avviato grazie al ritrovamento da parte della Borsari di un finanziamento regionale per 1 milione e 700mila), e di quella della stazione delle corriere, la cui sala d’aspetto doveva essere recuperata.
Tutti le decisioni fin qui citate (compresa l’installazione di centraline elettriche al campo nomadi) si trovano ad un punto morto.
Chi pensa ancora che la scomparsa della delega alla sicurezza sia cosa da poco?
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
L’assessorato alla sicurezza non c’è più.
Non da oggi, nè da ieri, ma dallo scorso 20 maggio, da quando Lorena Borsari si è dimessa dalla giunta: ne fece seguito un memorabile rimpasto, in cui non solo sparì una poltrona da assessore, che sono diventati 7 anziché 8, ma anche una delega, quella alla sicurezza appunto.
Risveglio tardivo, penserà qualcuno.
Non proprio, visto che proprio in questi ultimissimi tempi si sta vedendo l’effetto di tale decisione.
La dolorosa vicenda di via Ginzburg di due giorni fa, con lo sgombero di una famiglia che aveva occupato abusivamente una palazzina popolare, ha di nuovo fatto suonare il campanello d’allarme sulla sicurezza a Carpi.
Il sindaco Campedelli, nel riassegnare le deleghe, ha smembrato quella specifica detenuta dalla Borsari, affidando a Carmelo D’Addese la Polizia locale e quella mortuaria, più la protezione civile.
Ma non si può dire che il lavoro e le competenze siano uguali: dove sono finiti i tavoli sulla sicurezza che venivano puntualmente organizzati prima del rimpasto, e che davano potere decisionale e di controllo su aree sensibili? Gli stessi tavoli che avevano permesso di fare scelte (condivise e apprezzate anche dalle opposizioni, o comunque da una certa parte di queste, che oggi non ha forse ancora colto la gravità della scomparsa della delega), scelte forti, come quelle sui condomini di via Unione Sovietica, o sulle utenze del campo nomadi di via Nuova Ponente.
E ancora il progetto di riqualificazione dell’area della stazione dei treni (avviato grazie al ritrovamento da parte della Borsari di un finanziamento regionale per 1 milione e 700mila), e di quella della stazione delle corriere, la cui sala d’aspetto doveva essere recuperata.
Tutti le decisioni fin qui citate (compresa l’installazione di centraline elettriche al campo nomadi) si trovano ad un punto morto.
Chi pensa ancora che la scomparsa della delega alla sicurezza sia cosa da poco?
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
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