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domenica 1 agosto 2010
09:43 |
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Al lavoro un tavolo tecnico per formare l’asse Carpi-Mirandola
Finalmente se ne sono accorti: il ‘trio’ Carpi, Ramazzini e sanità è il problema più urgente dell’intera provincia, che si potrebbe risolvere con la costruzione di una struttura in rete con Mirandola.
Lo dice lo stesso ente istituzionale, che in una nota di commento sulla conclusione della prima fase di incontri per la discussione del nuovo Piano attuativo della sanità locale (Pal), esplicita chiaramente la volontà di chiedere alla Regione una soluzione «per ovviare alle carenze strutturali del Ramazzini di Carpi» come spiega il presidente della Provincia Emilio Sabattini.
Poi l’accenno al nuovo ospedale: «Nell’ambito di un sistema strutturato a rete, ci si deve sempre più abituare a pensare all’area vasta come territorio di riferimento e le sinergie già esistenti tra l’ospedale di Carpi e quello di Mirandola dovranno guidare le scelte future, anche in caso di realizzazione di una nuova struttura».
Ciò che pare solo un’ipotesi è in realtà una soluzione auspicata dalla conferenza territoriale sanitaria (composta da tutti i sindaci della provincia), che è già in fase di studio: si è infatti costituito un tavolo tecnico tra il primo cittadino carpigiano Campedelli e i suoi colleghi dell’area nord, per cercare sinergie sulla sanità.
«Però non possiamo decidere né noi né Campedelli, né Mirandola - fanno sapere dalla Provincia - ma solo la Regione può dare una risposta definitiva».
Risposta che dovrebbe arrivare non prima del 2011, a Pal definito.
Ma una cosa è certa: se l’ospedale si farà, non sarà solo dei carpigiani.
Il tavolo tecnico è al lavoro proprio per questo: integrare le eccellenze e eliminare i doppioni tra Carpi e Mirandola.
E’ passato circa un mese e mezzo da quando Campedelli individuava in Santa Croce (sul terreno della Fondazione Cassa) l’area destinata ad ospitare la nuova struttura.
Cioè esattamente dall’altra parte della città rispetto a Mirandola: chissà se nel feudo dei Pico saranno d’accordo.
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
Finalmente se ne sono accorti: il ‘trio’ Carpi, Ramazzini e sanità è il problema più urgente dell’intera provincia, che si potrebbe risolvere con la costruzione di una struttura in rete con Mirandola.
Lo dice lo stesso ente istituzionale, che in una nota di commento sulla conclusione della prima fase di incontri per la discussione del nuovo Piano attuativo della sanità locale (Pal), esplicita chiaramente la volontà di chiedere alla Regione una soluzione «per ovviare alle carenze strutturali del Ramazzini di Carpi» come spiega il presidente della Provincia Emilio Sabattini.
Poi l’accenno al nuovo ospedale: «Nell’ambito di un sistema strutturato a rete, ci si deve sempre più abituare a pensare all’area vasta come territorio di riferimento e le sinergie già esistenti tra l’ospedale di Carpi e quello di Mirandola dovranno guidare le scelte future, anche in caso di realizzazione di una nuova struttura».
Ciò che pare solo un’ipotesi è in realtà una soluzione auspicata dalla conferenza territoriale sanitaria (composta da tutti i sindaci della provincia), che è già in fase di studio: si è infatti costituito un tavolo tecnico tra il primo cittadino carpigiano Campedelli e i suoi colleghi dell’area nord, per cercare sinergie sulla sanità.
«Però non possiamo decidere né noi né Campedelli, né Mirandola - fanno sapere dalla Provincia - ma solo la Regione può dare una risposta definitiva».
Risposta che dovrebbe arrivare non prima del 2011, a Pal definito.
Ma una cosa è certa: se l’ospedale si farà, non sarà solo dei carpigiani.
Il tavolo tecnico è al lavoro proprio per questo: integrare le eccellenze e eliminare i doppioni tra Carpi e Mirandola.
E’ passato circa un mese e mezzo da quando Campedelli individuava in Santa Croce (sul terreno della Fondazione Cassa) l’area destinata ad ospitare la nuova struttura.
Cioè esattamente dall’altra parte della città rispetto a Mirandola: chissà se nel feudo dei Pico saranno d’accordo.
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
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2 commenti:
Il presidente della Provincia, Sabattini, non si prende la briga di far perdere la faccia a Campedelli che ha tirato fuori il nuovo ospedale in campagna elettorale e demanda il tutto alla Regione.
Bella classe di politici !!!
Neanche il coraggio di esprimersi sul come finanziare il tutto.
Più che la Fondazione Cassa, direi la Fondazione Incassa
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